L’universo del Bronzo antico Cinese è costituito di storia, di religione, di riti, di cerimonie, di mitologia, di stregonerie, di terrore, oltre che di espressioni artistiche di altissimo livello. Trattasi di espressioni della civiltà (intesa in senso lato cioè, nel bene e nel male) di un popolo risalente a 4.000 anni or sono.
Le origini del Bronzo antico Cinese
E’ assodato che già dall’epoca della dinastia Xia (2.500- 1.765 a. C.) i Cinesi cominciarono prima a forgiare il rame e poi a fonderlo.
E’ anche vero che i Cinesi importarono la tecnica dai popoli (relativamente) vicini: i nomadi dell’Ordos, quelli altaici siberiani, gli Iraniani, gli Egiziani e soprattutto dagli sciamani, i “fabbri-stregoni”, responsabili dell’ordine spirituale e religioso.
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L’arte del bronzo antico cinese si sviluppò intorno al fiume Giallo, dove i Cinesi, sedentari, si erano insediati. Le loro città capitali sono state, alternativamente Xian e Luoyang.
Le tecniche di lavorazione del bronzo antico cinese
Ricevute le prime nozioni e i primi strumenti per la lavorazione della metallurgia, i Cinesi seppero sviluppare al massimo le tecniche della fusione mediante l’utilizzo di stampi unici o spezzettati e la fusione a cera persa. La fusione già dall’epoca Shang (1765-1122 a.C.) aveva raggiunto la massima perfezione tecnica: senza la minima sbavatura con decorazioni precise e disegni ineccepibili.
Eppure, è da sottolineare che per i Cinesi il prodotto della fusione (il bronzo antico cinese) era qualcosa di misterioso, di soprannaturale, di mistico. Essi credevano negli spiriti, credenza che persiste tuttora presso questo popolo che ha conservato la tradizione dei riti atti a propiziare gli spiriti benigni e ad allontanare quelli maligni. I metalli utilizzati erano il rame e lo stagno, scelti a seconda dell’utilizzo dell’oggetto da fondere e, come si legge negli antichi annali, in relazione alle possibilità economiche del committente.
Le valutazioni estetiche
Per una completa valutazione dei bronzi cinesi nell’antiquariato orientale bisogna considerare aspetti diversi:
a) la fusione che si avvaleva di una tecnica perfetta che non ha nulla da invidiare ai bronzi fusi, nei secoli posteriori o in epoca contemporanea, da altri popoli. Il prodotto è ben rifinito in tutti i suoi elementi e particolari e la lucidatura è perfetta.
b) la forma dell’oggetto, che deve essere armonica ed equilibrata in un’ottima distribuzione delle masse che lo compongono.
c) i simboli che troviamo nei bronzi cinesi dell’epoca Shang sono principalmente la larva delle cicale, il drago e il taotié. Il taotié è una specie di orco senza la mascella inferiore che guarda direttamente l’astante con l’intenzione di terrorizzarlo.
La società degli Shang era basata infatti sul misticismo e sui riti terrorizzanti. In proposito scrive Li Xueqin: i Re degli Shang usarono il misticismo e i riti terrorizzanti, che comprendevano anche sacrifici umani, per creare il terrore e controllare il popolo. Questo tipo di civiltà intrisa di magie e di violenza forse non è molto lontana dalle civiltà odierne, per motivi religiosi o per semplici regolamenti di conti. La storia purtroppo tende sempre a ripetersi.
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Le iscrizioni
Non tutti i bronzi cinesi portano le iscrizioni, alcune sono state realizzate al momento della fusione, altre (poche) sono state scalfite in seguito. In genere, nei bronzi Shang i caratteri incisi sono pochi e rappresentano il nome della famiglia o di uno o più antenati. Si tratta, quasi sempre, di pittogrammi che sfruttano le assonanze tra i nomi e le cose o gli animali. Per esempio, la famiglia “Yu” la cui pronuncia suona come la parola “pesce”, in cinese “Yu”, si rappresenta con un pesce.
Le iscrizioni hanno rilevanza storica. Documentano avvenimenti ed eventi di migliaia di anni oro sono. Narrano dei regnanti, dei ministri premiati o puniti, della struttura sociale, delle calamità, ecc. In epoca Shang le iscrizioni erano brevi e concise. Più tardi, invece, con la dinastia Zhou (1122-770 a.C.) al potere i caratteri aumentarono e a volte si hanno le cosiddette “iscrizioni continue”, cioè una iscrizione che comincia in un vaso continua in un altro vaso. Altre volte invece si hanno le “iscrizioni parallele”, cioè l’iscrizione del contenitore è ripetuta nel coperchio.
Gli usi
Il bronzo antico cinese venne utilizzato per realizzare oggetti d’arte veramente preziosi fondamentali, in passato, anche per i riti sacri che comprendevano sacrifici cruenti di animali e di persone. Sono stati trovati dei contenitori a forma di vitello e di cervo di grandezza tale da poter contenere, realmente, un cervo o un vitello. Si racconta che un ministro degli Shang fosse stato giustiziato con olio bollente dentro un capace contenitore.
Questi erano utilizzati anche per le cerimonie solenni a corte i occasione di grandi feste, erano esposti nei templi e nelle abitazioni in onore degli antenati, per accompagnare le persone nella tomba e avevano un valore tale da poter essere oggetto di scambio per evitare una guerra!
E’ indubbio che anche per le armi si ricorresse alla fusione del bronzo. Altre applicazioni di questo materiale si ritrovano, ad esempio, negli strumenti musicali, cari alla dinastia Shang famosa per la produzione di campane dalla sonorità eccezionale, oppure in oggetti d’uso comune come specchi, pesi, coltelli, lampade e fibbie.
La datazione
La datazione è il “punctum dolens” dell’argomento. Non esiste un mezzo scientifico per datare il bronzo cinese. Solo se nel bronzo è rimasta un po’ di terracotta si può utilizzare il test della termoluminiscenza per stabilirne l’epoca. La prova della termoluminescenza ha un’approssimazione di circa duecento anni.
Diversamente ci si può solo basare sulla provenienza o il luogo di ritrovamento dell’oggetto. Queste informazioni sono però puramente indicative, in una tomba si possono ritrovare bronzi di diverse dinastie.
Lo stile, la forma le decorazioni connotano l’epoca così come il tipo di tecnica usata nella fusione. La fusione a cera persa per esempio non era in uso durante la dinastia degli Shang. Il tipo di giunture e la patina varia a seconda del luogo in cui l’oggetto è stato interrato: umido, caldo…
La valutazione
Importanti elementi sono il peso, la sonorità nelle vibrazione, le iscrizioni realizzate durante la fusione o aggiunte dopo, la grafia. Tutte queste indicazioni sono utili, ma non costituiscono una prova certa. Ogni stile può essere rifatto e ogni patina può essere chimicamente ricreata.
Bisogna però aggiungere che la datazione di un oggetto d’arte ha senz’altro importanza. Valori come la fusione, la patina o lo stato di conservazione possono in ogni caso soddisfare le esigenze del collezionista.
Per concludere, un adeguato valore di acquisto può essere giustificato anche da un’ottima fusione. Esistono delle riproduzioni splendide che, di per sé, possiedono un valore intrinseco e un proprio fascino.
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