Nei Vasi Cinesi Cloisonnè, altrimenti chiamati lustri di Bisanzio, viene utilizzata una tecnica di decorazione artistica a smalto, nella quale dei sottili fili (filigrane) o listelli o piccoli tramezzi metallici (di solito rame), alveoli, celle o (detti in francese cloisons) vengono saldati o incollati ad una lastra di supporto dell’opera da costruire.
Successivamente veniva colato dello smalto ottenendo quindi una sorta di mosaico le cui tessere sono circoscritte esattamente dai listelli metallici.
Questa tecnica è di tipo “additiva” e non è quindi da confondere con la decorazione a smalto chiamata champlevé che è invece “sottrattiva”; In quest’ultima tecnica il procedimento iniziale è simile, ma gli alveoli dove alloggia lo smalto non vengono aggiunti, bensì levigati a mano e quindi rifiniti.
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La tecnica
La tecnica e la sua diffusione avvenne anche in Estremo Oriente. I primi reperti risalgono alla Cina del XV secolo col nome di Jintailan, dedicate alla corte dell’imperatore Jingtai. Ancor oggi, la capitale cinese Pechino, vanta l’arte cloisonné nell’artigianato turistico, con la grande fabbrica Beijing Enamel Factory, che espone il più grande vaso di cloisonné della Cina (alto quasi 2 metri).
Il supporto veniva sagomato sia mediante la fusione sia mediante la cesellatura. Consisteva nel ridurre il metallo in fogli mediante martellinatura e quindi unirli tra loro. Per tale procedimento si ricorreva al rame, mentre il bronzo veniva riservato per le superfici e i punti più esposti; le sottili strisce metalliche venivano tagliate da lamine di bronzo lavorate a martello. A queste strisce o fili veniva data la forma richiesta dal disegno e quindi saldati sul supporto metallico.
Successivamente, nell’epoca Qing (1644-1911) si ottennero ulteriori miglioramenti, soprattutto sulla sostituzione del rame al bronzo. Nei Vasi Cloisonnè la saldatura del rame venne sostituita con la colla di riso. Qualora nel disegno non fossero necessari i fili per separare le zone di colore venivano ugualmente inseriti per formare disegni decorativi.
Le colorazioni dei Vasi Cinesi Cloisonnè
Lo smalto dei Vasi Cinesi Cloisonnè più amati dell’antiquariato orientale era formato da un impasto di sabbia, sodio e potassio in diverse proporzioni e, surriscaldato, si scioglieva dando luogo a un tipo di smalto-vetro detto la fritta. Benché il colore di base fosse blu o verde, si otteneva un’ampia gamma di colori mediante l’aggiunta di agenti coloranti. In questo modo la gamma di colori variava al blu, turchese, verde scuro, rosso, giallo e bianco.
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