I più antichi esemplari giapponesi di netsuke giapponesi risalgono al XIII sec.: sono timbri e sigilli provenienti proprio dalla Cina, denominati “to-bori” o “scultura straniera”, raffiguranti leoni ed eremiti chi li accarezzava durante la conversazione godeva di effetti benefici.
La funzionalità e le potenzialità taumaturgiche, col passare del tempo, cedettero il passo, intorno al XVIII sec., al gusto per la complessità dell’incisione e per la raffinatezza delle sculture miniaturizzate, che lo trasformarono da amuleto a prezioso status-symbol, attirando la committenza di signori feudali e aristocratici.
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