Vasi romani antichi: storia e caratteristiche

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Quando si parla di vasi romani antichi, si apre un capitolo molto ampio che riguarda due aspetti: la praticità quotidiana e la volontà di trasmettere un concetto di sfarzo e di autocelebrazione. Realizzati su modelli dei vasi greci, i vasi romani antichi hanno caratteristiche diverse. In linea di massima, per distinguerli bisogna prendere in considerazione particolari come l’imboccatura, ma anche l’eventuale presenza di anse e il loro numero.

Molto importanti sono anche i parametri dimensionali. Ciò vuol dire che, per capire le caratteristiche di un vaso, è necessario prendere in considerazione i rapporti tra i vari elementi, come per esempio il diametro dell’orlo e l’altezza.

Come già detto, nell’arte vasaia romana è possibile distinguere diverse tipologie di oggetti. Ecco, nelle prossime righe, le caratteristiche dei principali.

vasi romani antichi

Olle

In questo caso, abbiamo a che fare con un recipiente che, generalmente, è realizzato in terracotta, in metallo o in vetro. Ai tempi degli antichi Romani, le olle erano utilizzate principalmente per la cottura e la bollitura dei cibi. Le olle erano soprattutto in ceramica. Oggi come oggi, sappiamo che quelle in ceramica depurata si differenziano da quelle in ceramica grezza per via della diffusione, decisamente più limitata, e per la varietà formale più contenuta.

Inoltre, le olle in ceramica depurata sono contraddistinte dall’assenza di segni di annerimento. Questo ci permette di capire che venivano utilizzate per conservare le derrate e non per cuocere i cibi.

Molto interessante è anche soffermarsi sulle cosiddette ollae perforatae che, in linea di massima, corrispondono ai nostri attuali vasi da fiori. Generalmente sono prive di anse e si distinguono per le dimensioni contenute.

Clibani

Quando si parla di vasi antichi romani bisogna, per forza di cose, chiamare in causa anche i clibani. Questi recipienti, caratterizzati dalla presenza di una tesa, venivano utilizzati, secondo alcune teorie, per la cottura di pane e dolci. La tesa, aveva la funzione di trattenere le braci ardenti.

Incensieri

Eccoci a parlare di elementi fondamentali per chi, per passione o lavoro, ha a che fare ogni giorno con i vasi romani antichi. Conosciuti con il nome di turibula, venivano utilizzati per la combustione di sostanze organiche. Generalmente, venivano realizzati in ceramica grezza. Decisamente meno diffusi sono gli incensieri in ceramica depurata.

Quando li si nomina, è bene immaginare recipienti dalla forma simile a quella di un calice. Venivano usati anche come bruciatori per essenze. Questo lo sappiamo grazie alla presenza di annerimenti che, nella maggior parte dei casi, si trovano nella parte interna dei vasi o nella zona dell’orlo.

La produzione degli incensieri, secondo gli storici, è da collocare in un lasso di tempo compreso tra la tarda età repubblicana e il tardoantico. Molto diffusi sia nelle abitazioni, sia nei contesti funerari, presentavano una notevole varietà anche nelle decorazioni.

Bacili

Questi recipienti sono caratterizzati da un’imboccatura molto larga. Ancora oggi, non è possibile trovare una corrispondenza precisa con il termine latino.

Brocche

Chiamate ai tempi degli antichi Romani con il termine urceus, venivano utilizzate per versare liquidi nelle mense. Caratterizzate dalla presenza di una sola ansa, erano realizzate in ceramica. Quando le si nomina, si prende in considerazione il recipiente più diffuso in epoca imperiale.

Anfore

Anche in questo caso, abbiamo a che fare con contenitori molto diffusi durante i periodi d’oro della civiltà romana. Ancora oggi, rappresentano un punto di riferimento fondamentale per chi vuole scoprire qualcosa di più sull’arte vasaia dell’epoca.

Olpi

Recipienti utilizzati per versare i liquidi, sono caratterizzati da un collo sottile e da un’imboccatura molto stretta. Attestazioni relative al loro utilizzo compaiono già dalla tarda età repubblicana. Molto importante è ricordare il loro ruolo di rilevanza nei corredi tombali.

Coppe

Conosciute ai tempi dell’antica Roma con il termine di acetabulae, sono contenitori caratterizzati da un’imboccatura larga. Venivano utilizzate sia nelle mense, sia in ambito cosmetico.

Anforette

Questi contenitori, caratterizzati da un collo cilindrico, venivano utilizzati per la conservazione di derrate alimentari liquide. La loro diffusione maggiore, è da collocare tra il I secolo a.C. e il I d.C.

Per concludere, facciamo un veloce cenno all’esistenza dei vasi in miniatura, diffusi soprattutto ai tempi di Tiberio e dell’imperatore Flavio. Privi di anse e con una strozzatura visibile chiaramente sotto l’orlo, secondo gli storici avevano una destinazione prettamente funzionale. A causa delle caratteristiche del fondo, quelli arrivati fino a noi fanno fatica a stare in piedi.

Non è possibile effettuare la commercializzazione e la stima di Vasi Romani Antichi, perché non si tratta di antiquariato ma bensì di reperti archeologici non commercializzabili per legge. Riferimento di legge Dlgs 490/1999

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